Contratto Scuola: le novità

Fervono le trattative tra Miur e Sindacati sul contratto della scuola. Nell’ultimo incontro del 9 novembre all’Aran sono state avanzate delle proposte da parte dei sindacati che sembrano di difficile attuazione.

Uno dei temi centrali è quello riguardante l’eliminazione degli scatti d’anzianità dai parametri con i quali stabilire l’aumento di stipendio; verrebbero introdotti nuovi criteri basati sul merito, e questa è un’opzione che piace al governo ma che i sindacati non intendono prendere in considerazione.

Per contro, i sindacati hanno fatto sapere che all’Aran verrà chiesto il recupero degli scatti perduti, anche per tutti i docenti che nel frattempo sono andati in pensione, un tema che coinvolge circa 650mila insegnanti ed è per questo che potrebbero essere necessari più di 380milioni di euro, cifra che non sembra alla portata del Governo e che potrebbe non trovare alcuna risposta positiva.

Altro tema affrontato è quello che riguarda i bonus previsti dalla legge 107. I sindacati vogliono arrivare ad una contrattualizzazione del bonus, e all’inserimento in busta paga sia del bonus  da 500 euro sia di quello premiale per i docenti meritevoli. Anche questa proposta dei sindacati, però, come quella del  recupero degli scatti perduti, comporta un notevole esborso economico per le casse del governo. Per questo motivo, anche su questo tema il governo ha fatto sapere che almeno per ora le risorse economiche non ci sono, e quindi almeno per questa legge di bilancio non ci sono speranze per le proposte avanzate dai sindacati.

Altro argomento discusso concerne l’orario di lavoro dei docenti.  La questione è stata posta all’attenzione da Rino Di Meglio il coordinatore della Gilda Insegnanti, il quale annunciato  che il suo sindacato si opporrà a qualsiasi tentativo di aumentare l’orario di lavoro dei docenti italiani, ed ha sollecitato che nel rinnovo contrattuale della scuola che si sta mettendo a punto si chiarisca meglio la definizione di “orario di lavoro”, specificando che in questo è compreso anche il tempo in cui il dipendente non è a lavoro ma a disposizione del datore di lavoro e “nell’esercizio della sua attività o delle sue funzioni”. La proposta di Di Meglio vuole fare emergere il lavoro sommerso degli insegnanti che sono costretti a passare molto tempo a scuola e a casa per lo svolgimento di quelle mansioni utili per svolgere il loro lavoro (preparazione delle lezioni, correzione dei compiti in classe) senza alcun riconoscimento professionale né retributivo.

 

 

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